Cistiti e candidosi recidivanti
Cistiti e candidosi recidivanti costituiscono una sfida continua per la donna e per il medico. La spirale di recidività peggiora la gravità dei sintomi e di conseguenza, la qualità di vita. Negli ultimi anni, la crescita d’uso degli antibiotici ha contribuito all’incremento di fenomeni di resistenza batterica e all’alterazione di ecosistemi intestinali, vaginali e mucocutanei, favorendo l’instaurarsi di cistiti e candidosi ricorrenti. A livello vaginale, una riduzione dei lattobacilli, spesso causato da prolungate terapie antibiotiche, comporta una drammatica alterazione degli equilibri tra i diversi tipi di flora residente, con aumento del pH vaginale da valori di 3,5-4 a 5- 5,5, e un parallelo aumento della suscettibilità alle infezioni, anche fungine, del tratto genito- urinario inferiore, particolarmente rilevante nella donna geneticamente più vulnerabile alle alterazioni di tipo immunoallergico.
E’ quindi necessario un approccio diagnostico e terapeutico innovativo, che consideri la presenza dei biofilm patogeni in ginecologia e urologia, la cui conoscenza debba essere integrata in una visione globale con attenzione ai fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento.
Tra le cause neglette responsabili del mantenimento della recidività delle infezioni all’apparato urogenitale sono da considerare i biofilm patogeni: comunità strutturate di cellule batteriche e fungine (circa 15%) racchiuse in una matrice polimerica di natura polisaccaridica (85%) autoprodotta e adesa a una superficie inerte o vivente. I biofilm microbici sono entità dinamiche a sviluppo sopra o sotto mucoso, extra- oppure intracellulare (Box 1). I microrganismi patogeni, protetti all’interno degli strati più profondi del biofilm, possiedono una bassa attività metabolica, sono scarsamente raggiungibili da antibiotici e difese immunitarie, ma pronti ad attivarsi per riaggredire l’ospite. Inoltre, la ridotta attività metabolica, relativa e reversibile, li rende anche meno vulnerabili ai princìpi attivi che riuscissero a raggiungerli.
In relazione alla fase di maturazione del biofilm, il rilascio di un inoculo batterico dal biofilm maturo promuove nell’organismo nuovi siti di colonizzazione e dimostra la frequente presenza/assenza di batteriuria a fasi alterne, con presenza di diverse specie microbiche nell’urinocoltura. Quando il biofilm patogeno vescicale o vaginale non viene opportunamente trattato, la progressione verso la cronicizzazione è più rapida e gli episodi di insorgenza acuta diventano più ravvicinati. Le terapie antibiotiche tradizionali risolvono spesso un episodio acuto di cistite, ma risultano inefficaci nella prevenzione delle infezioni uro-ginecologiche recidivanti, contribuendo allo sviluppo di ceppi batterici antibiotico-resistenti e peggiorando significativamente il quadro clinico nel lungo periodo di mantenimento.
NoXen (N-acetilcisteina (NAC)600mg), un derivato N-acetilato dell’aminoacido cisteina, ad attività mucolitica, risulta di notevole efficacia nel disgregare la membrana polimerica dei biofilm batterici e fungini maturi, azione necessaria per rendere i microrganismi patogeni nuovamente sensibili ai farmaci e agli effettori della risposta immune, anche grazie all’azione dell’Arginina Aspartato (ARG 2,143g)che coadiuva a potenziare le difese immunitarie. L’attività esplicata dalla NAC, specialmente se utilizzata in associazione sinergica con il D-mannosio e la fosfomicina, sta aprendo nuove e importanti prospettive terapeutichenelle patologie infettive croniche uro-ginecologiche causate da biofilm polimicrobici e difficili da eradicare con le comuni terapie antibiotiche.