Sindrome dell’ovaio policistico

Sindrome dell’ovaio policistico (PCOs)

 

Stein e Leventhal furono i primi nel 1935 a descrivere il quadro clinico della sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOs) [1]…

…per molti anni denominata proprio sindrome di Stein Leventhal.
La più recente definizione per la quale vi è stato un unanime consenso della comunità scientifica risale al 2006 quando venne definita come segue:
1. Segni clinici e/o biochimici di iperandrogenismo
2. Oligoanovulazione cronica e/o micropolicistosi ovarica all’ecografia

Ne è affetta dal 5 al 10% della popolazione femminile in età fertile. E’ quindi una patologia molto frequente i cui problemi principali sono una estrema difficoltà nel rimanere gravide e la presenza di un quadro di irsutismo. Inoltre la minore quantità di ormoni estrogeni presenti predispone ad una diminuzione della sintesi di tessuto osseo (osteoporosi).
A tuttoggi non è stata riconosciuta la causa/cause di questa sindrome e di conseguenza tantomeno vi è una terapia unica.
Sono state proposte varie strategie terapeutiche fra le quali la più utilizzata ai fini della procreazione è la stimolazione ormonale (terapia costosa e non facile), Il trattamento classico della Sindrome dell’ovaio policistico prevede la somministrazione di Gonadotropina per via intramuscolare.
Questo trattamento, pur essendo valido sotto il profilo della fertilità, risulta: poco agevole, notevolmente costoso, funziona solo nel mese in cui viene eseguito e non porta a guarigione dalla Sindrome Ovaio Policistico e terapie come l’assunzione della pillola con antiandrogeni (terapia che produce i flussi mestruali, ma che non è in grado di produrre ovulazione), l’assunzione di inositolo in quanto riduce la resistenza all’insulina (cui parecchi fanno risalire la causa della sindrome) e la assoluta restrizione nella assunzione di carboidrati.
Tutti trattamenti precedentemente citati non sono definitivi ovvero non guariscono, per cui, oltre alle difficoltà che si presentano nell’eseguirli, quando vengono sospesi lasciano la situazione come in precedenza (ovvero diminuzione della frequenza dei flussi mestruali con carenza estrogenica e quadro clinico di irsutismo).

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è quindi caratterizzata dalla presenza di micropolicistosi ovarica, di anovularietà cronica (oligo/amenorrea) e di iperandrogenismo clinico e/o biochimico, non secondari ad altre patologie. La PCOS è inoltre spesso associata ad insulino-resistenza e ad un aumentato rischio cardiovascolare.
Secondo numerose ricerche alla base della sindrome vi è un’aumentato stato ossidativo e le donne affette da PCOS hanno una ridotta produzione di ossido nitrico (NO). D’altra parte vi sono consistenti dati che documentano come la maturazione e la rottura del follicolo durante il ciclo mestruale siano mediate dall’ossido nitrico (NO). Nelle donne affette da PCOS, infatti I follicoli non arrivano a maturazione (da qui l’immagine ecografica di microcisti) e rimangono di dimensioni ridotte. Quando i follicoli non superano il millimetro di diametro non sono in grado di produrre estrogeni, ma solo androgeni. Da qui il quadro di iperandrogenismo con in particolare l’irsutismo. Inoltre la carenza di NO correla con l’aumento dei markers di rischio cardiovascolare, quali l’endotelina, il PAI-1 e la ferritina oltre che con la diminuzione della sensibilità all’insulina.

E’ stato documentato che la somministrazione contemporanea di due aminoacidi, L-Arginina Aspartato e N-Acetilcisteina, presenti in NoXen (rispettivamente precursore e coenzima nella reazione che porta alla formazione di NO), è in grado di aumentare la produzione di NO.

Sulla base di queste premesse in diversi Studi clinici è stato somministrato NoXelle a donne affette da PCOS, ed i risultati sono stati quelli di un ripristino di normali flussi mestruali con frequenza ogni 28-30 giorni dall’inizio del trattamento.

Perché NoXen

Le donne affette da Sindrome dell’ovaio policistico quando trattate con NoXen hanno un ripristino pressocchè totale dei Flussi mestruali ovulatori (quindi fertili).

Il trattamento con con NoXen, generalmente, si può sospendere dopo circa un anno e, generalmente, permette la continuazione spontanea dei flussi mestruali ovulatori.
Va sottolineato che la NoXelle non è un farmaco, ma oggi essendo totalmente privo di effetti collaterali ed interazioni è stato registrato come integratore.

Perché Noxelle

Le donne affette da Sindrome dell’ovaio policistico quando trattate con NoXen hanno un ripristino pressocchè totale dei Flussi mestruali ovulatori (quindi fertili).

Il trattamento con con NoXen, generalmente, si può sospendere dopo circa un anno e, generalmente, permette la continuazione spontanea dei flussi mestruali ovulatori.
Va sottolineato che la NoXelle non è un farmaco, ma oggi essendo totalmente privo di effetti collaterali ed interazioni è stato registrato come integratore.